17 agosto 2006

Ospiti singolari


Buonaccorso Benedetto
E’ un uomo siciliano, sposato con una veneta ormai, quasi cieco. In un capannello di persone sta conversando e trascorrendo il tempo. All’arrivo dei visitatori saluta e si rivolge a padre Felice.
Si comincia a dialogare sul più e sul meno. Poi, a sorpresa va ai ricordi scolastici e rivela una conoscenza classica che non ha dimenticato. Ad uno del gruppo che gli si avvicina maggiormente coinvolgendosi al genere letterario intrapreso chiede se mai sa l’autore della frase incisa sulla lapide che si trova all’ingresso del teatro massimo di Palermo: “L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita”.
Non si ha una risposta al quesito, ma presto si discorre dei poeti classici italiani da Carducci a Pascoli per finirie con il Manzoni . Ora l’uno ora l’altro si citano passi e strofe delle poesie che si imparavano a scuola. Benedetto se le ricorda bene. Mentre declama la “Cavallina storna” due lacrime gli solcano le guance, una commozione italiaca che condividiamo in silenzio: ci basta il cuore che sa vedere al di là delle pupille.

Edera
“dove si attacca muore” commenta una gentile dolce signora che si ferma con la sua carrozzella e porge il suo rispettoso saluto. Si chiama Edera e con un largo sorriso sintetizza la sua vita: arrivata nel ’33 in Argentina, ha quattro figli e 14 nipoti. Due figli vivono in Venezuela ed è per questo che da tempo vi si è trasferita. Viene da Trieste e la su aserenità la dice lunga del bene che trova in “casa serena”, altrimenti come sarebbe?