25 agosto 2006

Argentina di Castelmonte

Ave o Vergine o us saludi...un saluto dalla Castelmonte di Buenos Aires


Ai tempi della civiltá contadina si usava chiudere la domenica con il canto dei vesperi nelle chiese parrocchiali. Spesso l’odore d’incenso si mescolava con le lacrime di tanti fedeli che, cantando le litanie davanti l’altare della Madonna, salutavano uno o piu’ giovani in partenza per l’emigrazione. Le mamme mettevano poi nella valigia un’immagine della Madonna di Castelmonte, celeste patrona del Friuli. Questa questa consuetudine vigeva sicuramente, in altre forme, anche nel resto d’Italia. Arrivati a destinazione gli emigranti incorniciavano l’immagine, mettendola al centro della casa o della baracca, dove ingiallita continua ancora a proteggere coloro che vi abitano. I friulani di Buenos Aires nel corso degli anni sentivano la mancanza di una chiesa di “Madone di Mont”, di un luogo dove ripetere le devozioni dei loro antenati, profondamente legati al santuario che simbolicamente guardava verso i Paesi dell’Est, laddove fino poco tempo fa la fede veniva negata dal comunismo. L’Arcidiocesi di Udine, ricca di vocazioni, non esito’ ad inviare alcuni sacerdoti anche in Argentina per seguire le numerose famiglie emigrate. Tra questi, verso gli anni ’70, giunse e si fermo’ per molti anni don Carisio Pizzoni, nipote del vescovo ausiliare Emilio. Intraprese, assieme ai tanti friulani insiediatisi in piu’ riprese nel quartiere di Pablo Podestá, un grande cantiere edile che diede vita nel tempo un centro culturale, una scuola e una chiesa. Quest’ultima venne dedicata alla Madonna di Castelmonte, inaugurata negli anni ’80 dall’arvivescovo Battisti. Giunse per l’occasione una copia perfetta della Madone di Mont, partita da Castelmonte dove la prelevarono ben 140 emigranti argentini. Prima fu solennemente incoronata con preziose corone conteneti anche perle preziose, simboli della la fede dei friulani, dei valori della famiglia e della solidarietá. Altri sacerdoti prestarono poi servizio in questa chiesa retta ora da don Claudio Snidero, mentre don Carisio riposa nel cimitero di Orsaria, subito sotto Castelmonte, nella cui cripta attende la resurrezione lo zio vescovo. Una specie di comunione dei santi che lega le due comunitá e quella piu’ grande che sta in Cielo! Siamo stati accolti con grande calore dai friulani nel salone della comunitá, dove abbiamo pregato la “Madonute” e mangiato un boccone davanti al fogolar, bevendo cabernet fatto alla friulana, cantando canzoni e villotte che hanno scaldato il cuore di tutti i presenti. Ci ha salutati il presidente dei friulani Leschiutta, il pordenonese Boer fratello del “grande” Tomaso che nella curia concordiense anima le attivitá degli emigranti, Onorino Gigante e tanti altri amici assieme alle brave mogli, abilissime cuoche. Riportiamo questo “quadretto” devozionale per sottolineare come le tradizioni religiose costituiscano un “collante” di grande spessore per mantenere unite le comuniutá al di qua e al di lá dell’Oceano. Quando l’8 settembre i friulani saliranno per l’annuale pellegrinaggio a Castelmonte, gli altri friulani che vivono nell’omonima localitá argentina saranno sicuramente assieme a loro, non solo idealmente, ma realmente attraverso la stessa fede, in autentica comunione ecclesiale. A rappresentarli fisicamente nella salita del monte mariano che sta nel Cividalese, ci saranno certamente gli immigrati rumeni, albanesi, ucraini o moldavi che ora vivono in Friuli. Gente proveniente da quell’Est sul quale la Madonna ha lungamente vigilato dal suo santuario. L’universalitá della chiesa, fatta particolarmente di caritá e di accoglienza, si manifesta oggi soprattutto con queste testimonianze! (LP)

2 Comments:

At 3:26 AM, Blogger sandra said...

Necesitaría conocer la dirección del Santuario de la Madonna di Castelmonte en la Pcia de buenos Aires

 
At 3:28 AM, Blogger sandra said...

Necesitaría conocer la dirección del Santuario de la Madonna di Castelmonte en la Pcia de buenos Aires. Sandra

 

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