22 agosto 2006

Sao Paulo, o centro dos italianos

Attorno agli anni 1930 in Brasile e nello stato di San Paolo esplose un movimento nazionalista « Patria y fé » che coinvolse anche la chiesa locale. La congregazione scalabriniani fu costretta a ritirare molti missionari perché stranieri e non previsti nei piani di sviluppo del movimento fortemente nazionalista.
Grande disagio negli italiani che vissero una profonda spaccatura ed isolamento. Nel 1935 padre Francesco Milini divenne provinciale del Brasile e si attivò grandemente per la costituzione e lo sviluppo di una Missione cattolica italiana.
Lo scopo principale era di costruire al centro della città un punto di riferimento per tutti gli italiani provenienti da ogni dove.
Il progetto trovò difficoltà soprattutto nell’arcivescovo dom Duarte particolarmente nazionalista che ostacolò il cammino. Solo un ricorso alla Santa Sede ottenne nel 1936 l’autorizzazione per costruire una casa che fosse riferimento per una quais parrocchia personale di riferimento per tutti gli italiani.
Gli Scalabriniani acquistarono un terreno in rua Glicério. Il Console Castruccio con Signora diedero un appoggio fondamentale ed importante mettendosi alla testa del comitato che costruì un centro per gli italiani che aveva il suo riferimento alla chiesa dei padri carlitos.
L’amore per la Patria era tenuto alto nella formazione che i padri davano agli italiani, un amore che si coniugava contemporaneamente con l’amore per la religione.
Antonio Matarrazzo fu il costruttore del centro e nello stesso tempo sponsor con munifiche donazioni e non fu il solo ma vi si distinse anche la famiglia Crespi.
L’impegno per la costrzione del centro ben presto smise il carattere nazionalistico e sociale prendendo sempre più la finalità religiosa e pastorale. Ben presto si respirava l’aria minacciosa della guerra incombente e per questo il centro fu dedicato a Maria signora della pace. Per le funzioni si esercitava in una piccola cappella, in attesa della ultimazione della chiesa.