22 agosto 2006

Brasil, N.S. da Paz

La parrocchia Nostra Signora della pace
Nel 1940 il vescovo Duarte eresse inaspettatamente il centro degli italiani come Parrocchia a pieno titolo dedicata a Maria Signora della pace.
Contemporaneamente venne benedetta la prima pietra della erigenda chiesa durante una imponente processione di migliaia di persone che partì dalla Chiesa di sant’Antonio in Piazza Patriarca accompagnando un’immagine di Maria Signora della pace.
Nell’occasione Pio XII intervenne via radio per una benedizione speciale. I lavori proseguirono con ritmo accelerato così che nel 1942 si inaugurò il nuovo tempio alla presenza di 5.000 persone per lo più italiane.
Le opere continuarono per le finiture, arredi e decorazioni per molto tempo grazie al contributo di molte famiglie italiane.
Attorno alla chiesa si sviluppò da subito l’accoglienza e l’assistenza sociale rivolta agli italiani e agli abitanti del quartiere.
Nel 1945 il complesso si arricchì della sede provincializia dei padri scalabriniani ed una scuola per adolescenti e adulti, sala di teatro e cinema ed ambienti per le attività delle associazioni.
Tutte le domeniche era celebrata una santa messa in lingua italiana e fu la sola celebrata in San Paolo per molto tempo e continua ancora oggi.
Nel frattempo le due comunità italiana e brasiliana, percorreva un cammino di incontro e interazione al punto che la parrocchia divenne il riferimento diocesano per la pastorale dei migranti. La chiesa, dopo il conflitto mondiale, divenne punto di spinta per superare i traumi del conflitto e favorire la riconciliazione visto che durante il conflitto ulteriori divieti per la lingua italiana proibita.
Il dopo guerra vide una nuova ondata di emigranti italiani che trovarono nella chiesa della pace il punto di riferimento, dove trovavano una scuola per apprendere la lingua portoghese e l’italiano per i figli nati dall’emigrazione.
In concreto il complesso della chiesa della pace divenne il vero consolato perché vi si trovavano risposte per ogni servizio necessario.
Negli anni ’60 i padri decisero di aprire il centro a tutti gli emigranti della città, sia i brasiliani delle migrazioni interne che ai migranti provenienti dal mondo: coreani, paraguaiani, cileni, boliviani e perfino africani che arrivarono attorno agli anni ’80.
Tutti incontrarono al centro della pace: accoglienza, difesa dei diritti, lotta contro le povertà e dipendenze emarginanti.
Al centro si celebrano le feste religiose e nazionali delle diverse comunità dei migranti che vivono nella città. Ai patroni italiani come san Francesco e santa Caterina , si aggiunsero presto i patroni della Bolivia. Cile e di altre nazioni trovando posto nelle diverse cappelle laterali.
Attualmente circa un centinaio di immigrati, rifugiati e migranti interni trovano temporaneo alloggio, assistenza e cure mediche e tutela giuridica nei confronti delle istanze pubbliche. Funziona anche un centro studi sulle migrazioni che documenta e riflette sui vari fenomeni della mobilità umana.
Il centro degli italiani ha acquisito la dimensione universale di tutti i migranti continuando una dinamicità di cammino interculturale ed ecumenico.