19 agosto 2006

Il servizio pastorale agli Italiani di Caracas


La cura religiosa degli italiani ebbe una organizzazione a partire dal 1958 quando i missionari scalabriniani decisero di impegnarsi in Caracas con padre Giovanni Simonetto che iniziò la sua opera in una collettività italiana che, a quel tempo contava circa 250.000 unità.
Il segno di una solidità di presenza in mezzo alla comunità italiana lo fornisce la costruzione di una cappella “Madonna di Pompei” in località La Campiňa nel 1960. Seguì a breve l’inizio della Scuola 2madonna di Pompei” dove la collettività voleva darsi uno strumento per non perdere la propria identità.
E’ nel 1969 che la grande domanda di assistenza ad una comunità italiana che in quel tempo contava circa 90.000 persone in Caracas, spinse per la costruzione della chiesa “Nostra Signora di Pompei” in località Alta Florida. Resta ancora oggi l’unica missione che si occupa degli italiani pur svolgendo i serviti richiesti ad ogni parrocchia in favore di tutti i battezzati.
Questa realizzazione prevedeva nel tempo tre altri momenti significativi che furono realizzati. Nel 1971 i padri scalabriniani diedero inizio alla rivista “Incontri” che continua anche oggi le sue pubblicazioni mensili di informazioni, ispirazione ed orientamento per la comunità italiana in Venezuela. Nel 1975 si inaugurò la casa per gli anziani “Villa Pompei” costruita sulle colline di Bello Monte a 30 chilometri da Caracas, Nel 1977 si aggiunse il centro studi e documentazione “CEPAM” con il compito di monitorare e riflettere sul fenomeno della presenza italiana nel paese.
A mezzogiorno, durante il pranzo nella missione di Pompei, i padri Zelindo e Joseph hanno invitato il vescovo ausiliare di Caracas Mons. Nicolas bermudez. Ha una profonda conoscenza della realtà Della grande metropoli che tocca ormai i 6 milioni di abitanti. Ha assunto l’amministrazione diocesana per due anni fino alla nomina del cardinale UROSA Savino.
Le sue parole comunicano pacatezza e saggezza e favoriscono familiarità e fiducia che cogliamo con piacere in un dialogo piacevole a più voci.