19 agosto 2006

Maracay


Il giovane presidente della “Case de Italia” di Maracay ha lasciato il suo lavoro di imprenditore metalmeccanico per accoglierci quando arriviamo attorno a mezzogiorno.
Abbiamo l’appunatemnto dal vescovo locale Mons. Reinaldo Del Prette che è anche amministratore della Diocesi di Valencia. Ciro Mauriello è il presidente di seconda generazione che seguendo l’esempio paterno ha deciso di impegnarsi insieme a sua moglie nella conduzione di questa impegnativa struttura chiamata Casa d’Italia. Con Mirtha D’Astolfo segretaria e presidente degli Abruzzesi, e Cavani Margherita presidente della Dante Alighieri percorriamo alcune centinaia di metri e siamo all’episcopio.

L’aspetto formale dell’edificio è subito superato dalla spontaneità ed esuberanza dell’italianità del vescovo che ci accoglie con un gran sorriso e ci invita ad accomodarci attorno ad un tavolo confortevole. Il vescovo è Reinaldo Del Prette (si legge Del Prete ma è scritto con l’abbondanza di una “t” di troppo) è originario di Murgerata (Salerno). Ci intratteniamo per ben 2 ore mezzo e subito ci racconta del prossimo viaggio che stanno organizzando come diocesi lungo le località religiose e spirituali della penisola italiana.
Il racconto si fa vivo e drammatico quando i responsabili italiani fanno il racconto del sequestro che hanno subito qualche mese fa. L’emozione traspare dalle loro parole e si partecipa allo smarrimento e alla angoscia che hanno vissuto, quando furono abbandonati nei prati, praticamente nudi e depredati da tutto. Trovarono accoglienza da una signora che con coraggio, aprì loro la casa per soccorrerli: fu una donna friulana. I temi affrontati sono diversi: cura pastorale degli italiani, le attività delle associazioni, l’ampia conoscenza del Vescovo delle varie famiglie italiane, il confronto con altre esperienze europee e americane circa l’apostolato italiano, le seconde generazioni. Con partecipazione passano in fretta le ore e poi si decide di condividere il pranzo presso il ristorante della casa d’italia.
Dpo 30 minuti ci sediamo attorno ad una buona tavola imbandita con piatti ben preparati. Si continua la conversazione in toni molto familiari e cordiali. Lo scambio di doni per suggellare una conoscenza fraterna e i saluti con relativi auguri di un reciproco buon proseguimento.


Nel pomeriggio ci si reca in visita giornale “El Aragueno”. E’ il quotidiano locale preso in mano da un grande imprenditore italiano di Maracay. Filippo Sindoni.
Questo nome lo si sente pronunciare con molto rispetto e rimpianto: lo scorso mese di marzo 2006 è stato ucciso nel corso di un sequestro per rapina banale. Un avvenimento che gettò nella costernazione tutta la città di Maracay che decretò il lutto cittadino. Un “signore” sotto tutti i punti di vista, che sapeva essere un buon imprenditore con lo spiccato gusto di stare accanto a tutti gli imprenditori italiani per incoraggiarli, entrare in collaborazione, sostenerli nel bisogno, apprezzare le iniziative di chi aveva coraggio. Un impegno imprenditoriale a 360 gradi che sapeva diversificare risorse ed interessi, dall’alimentazione alla comunicazione. Oggi il giornale è diretto dalla nipote che ha raccolto la sfida e l’eredità dello zio.
Una giornalista ci avvicina e realizza un’intervista che sarà pubblicata. Le motivazioni della visita e le tematiche di fondo del presente della colonia italiana saranno di nuovo descritti per sottolinearne i valori tradizionali e portanti la vita di tutta la comunità
Terminata l’intervista si raggiunge la TVS televisione locale fondata da Sindoni. Visitiamo alcuni reparti di produzione e diffusione del segnale, incontriamo alcuni giornalisti del notiziario e accompagnati dalla direttrice del canale la signora Rina che parla un ottimo italiano terminiamo con un omaggio al fondatore della televisione.
Ormai è sera e, ritornando alla casa d’italia si partecipa all’inaugurazione di una mostra pittorica per poi recarsi in teatro per l’incontro programmato con le associazioni e quanti desiderano scambiare opinioni e riflessioni.