03 settembre 2006

Cordoba, ci si vede alle capillas

Cordoba è la seconda città dell'Argentina con il suo 1.200.000 abitanti.
Siamo accolti dal presidente del Comites il dott. Rodolfo Borghese che accompaganto dal figlio Mario, medico anche lui condivide con noi tutta la giornata non certo leggera. Il suo coraggio e la sua generosità gli fa onore, ben sapendo dell'infato che lo ha colpito solo pochi mesi fa causato dal grande stress accomulato in occasione della campagna elettorale di aprile. Solo la presenza del figlio e la sua tempestiva determinazione lo salvò. Ma la sua contentezza di incontrare l'amico Papais con il quale condivise una visita nel suo amato Frilui da cui è originario ed il piacere di rispondere all'invito di padre Italo Serena fu più forte delle precauzioni alle quali dovrebbe dare ascolto.
Si arriva in tempo per partecipare alla messa celebrata nella chiesetta bella e bel sistemata dell'ospedale italiano. Il prediente dell'Ospedale il dott. Rinaldi ci da il benvenuto e ci rivolge i saluti di accoglienza lla fine della messa. Rispondiamo e ringraziamo dell'attenzione. Ci informiamo della grandi difficoltà in cui si trova l'ospedale e sulle soluzioni che stanno intreprendendo per salvarlo ed assicurare la continuazione di quest'opera provvidenziale per tutto il territorio. Esprimiamo la nostra solidarietà e formuliamo i migliori auguri per una valida ripresa per questa iniziativa sorta dalla generosità della collettività italia e che ha saputo reggere anche senza i contributi dello stato Argentino e Italiano.
Voglio seguire padre Serena nel lavoro pastorale che compie il giorno di Domenico.
Una corsa con le funzioni da celebrare in almeno tre comunità. Si continua con la Chiesa di Maria Goretti. la comunità è già pronta e animata da un buon gruppo di catechiste risponde e rende viva la celebrazione dell'eucaristia. E' la giornata della catechesi ed il ruolo predominante è lasciato ai laici che accompagnano bambini e famiglie in questo compito così fondamentale.
I cristaini del quartiere si sono presi in mano e assicurano tutto quanto è necessario per mantenere bella ed accogliente la chiesa, anzi hanno in progetto di costruire alcuni locali necessari per le attività pastorali e di incontro dei vari gruppi che stanno crescendo prendendo coraggio ed iniziativa.
La terza tappa è un piccolo centro del campo dove un piccolo gruppo di 30 persone è in attesa del padre per la messa: donne e bambini prevalentemente ma con grande gioia di vivere il momento religioso: si nota che dietro c'è un lavoro di formazione adeguato.
Si scambiano qualche parola con i ragazzi presenti, si informano del nostro viaggio e della nostra presenza, qui italiani non ci sono ma la presenza dei padri assicura il servizio pastorale nei villaggi e nei quartieri del territorio.
E' il caso del quarto appuntamento nel "barrios 29 Junio", un nuovo insediamento che al pari di altri tre sorti da poco nei dintorni, manifestano la pianificazione operata dalla municipalità e prefettura. La località si chiama "Losa Quartetes" ed un grande monumento presenta il quartetto musicale che indica il luogo dove si realizzano frequanti manifestazioni musicali. Sono quartieri urbanizzati nei servizi di base ma con una bassa organizzaizone sociale e comunitaria. L'unico spazio esistente per incontri ed attività comunitarie è rappresentato dalla piccola chiesa costruita da padre Baggio, che funge anche da sala per iniziative varie. Il quartiere presenta un grande arco di ingresso unito ad una grande buca nel terreno che bisogna evitare per non demolire l'auto. Ogni famiglia è assegnataria di una casetta di 34 metri quadrati e tutto finisce lì. Si respira aria di precarietà e disagio: il lavoro sociale e di promozione umana non manca di certo.
Si prende quindi il cammino per Colonia Caroya, una località costruità dai coloni friulani, che partirono dal nulla per costruire una cittadina fatta sullo stile che conoscevano, quello friulano.
Oggi le terze generazioni continuano le loro attività di coltivazione che prosegue con buoni successi e che non nascondono l'immenso lavoro svolto dai primi coloni.
Si rende visita alla Fundacio Facchin, che ha edificato un centro di soggiorno per gli anziani italiani del territorio. Suor Giulia Di Beco e suor Norma coordianno un'opera meritoria che le suore della carità continuano attente ai più bisognosi: orfani e anziani. E' una congregazione nata in Pescara ed ora prevalentemente in Argentina dove, in Buenos Aires, hanno la loro casa generalizia.
La chiesa parrocchiale presenta all'esterno le caratteristiche di una chiesa parrocchiale del Veneto ed è evidente da chi è stata costruita. L'interno nonci è possibile visitarlo perché la chiesa è chiusa, ci limitiamo ad immaginare dal racconto che ci viene fanno dai nostri accompagnatori friulani.