05 settembre 2006

Italiani del Cile un cammino molto buono

Il mattino si apre con una leggera nebbia sulla capitale. Si parte alle ore 10.00 utilizzando la metropolitana, confortevole e ben tenuta: sono tre linee che servono i sei milioni di abitanti di Santiago. La viabilità è scorrevole, l’arredo urbano buono e ben tenuto e la presenza discreta della polizia e dei carabinieri rassicurano.
Il primo appuntamento è la visita al vescovo ausiliare Mons. Riccardo Ezzati, salesiano ed italiano da Vicenza. Celebrerà ben presto al santuario del Monteberico i suoi 10 anni di episcopato. Si dialoga molto bene con lui sui temi delle migrazioni e sulla comunità italiana che vive in Cile. La sua attenzione pastorale ci parla della chiesa cattolica che vive in questa terra e rappresenta il 77 % della popolazione. Una religiosità popolare profondamente radicata che sostiene questo popolo laborioso. Non hanno molte vocazioni e la presenza di molti religiosi assicura formazione e servizio pastorale a tutti. Descrive la comunità italiana come ben inserita e protagonista della vita della città. Ottimi risultati imprenditoriali e professionali ci dicono di una collettività ben diversa da quelle incontrate in Argentina ed in altri paesi sud americani. La cordigliera fa di questo paese una realtà diversa tanto da essere un paese che presenta una qualità di vita molto più alta. La conferenza episcopale presenta ormai vescovi di altre nazionalità segno di una chiesa che si è aperta alla realtà composita del popolo cileno. Tedeschi, palestinesi, arabi, svizzeri, francesi, spagnoli, ex iugoslavi, italiani, unitamente agli ultimi arrivati che sono gli immigrati peruani e del Paraguay sono le componenti diverse arrivate in differenti epoche ed istallatesi in diverse zone del lunghissimo paese bagnato dall’oceano pacifico.
Si approfitta per visitare la città nei suoi punti nevralgici: la piazza Moneda ben famosa per gli avvenimenti degli anni ’70 che coinvolsero il presidente Allende ed il generale Pinochet. Quattro statue dei presidenti “padri” della patria sono posti ai quattro lati della spianata che antestà al palazzo del parlamento. Altre due statue di cardinali stanno davanti alla cattedrale: anche loro furono i fondatori della storia di questa nazione.
La cattedrale ampia e ben tenuta è frequentata da molte persone che sostano per pregare. La piazza è animata da persone, studenti e funzionari. Eleganti palazzi ottocenteschi si affacciano alla vita cittadina. Prendiamo un caffé ad un locale italiano dove non ci sta nessun tavolino per sedersi ma lo si gusta lungo un lungo e articolato banco di mescita dove ci si appoggia serviti da “abbondanti” cameriere.
Si ritorna alla parrocchia di Pompeia per il pranzo delle 13.30
Alle 16.00 si riparte per la visita all’ambasciata dove siamo ricevuti dal primo consigliere dott. Nicolò Fontana in rappresentanza dall’ambasciatore Paolo Casari che rientrerà dall’Italia lo stesso giorno della nostra partenza. Anche il Consolato è presente con il dott. Pasquale Centracco.
Ci si scambia informazione circa la visita che Migrantes sta completando a Santiago illustrando finalità, intenti e quanto conosciuto nelle altre tappe precedenti.
Una bella ambasciata dove l’accoglienza è raffinata e di grande cortesia. Inevitabilmente esce un quadro della comunità italiana positiva e arricchita da nomi, imprese, attività ed appuntamenti che illustrano una dinamicità positiva che gli italiani conducano in questa terra.
I sacrifici fatti da questa popolazione hanno reso possibili benessere e buone speranze di vita.
Salutiamo i rappresentanti dell’Ambasciata e ci avviamo all’incontro con il nunzio apostolico S.E. Mons. Aldo Cavalli. Da cinque anni è nunzio in Cile e ci riceve con grande affabilità. E’ nativo di Bergamo e la simpatia con il direttore Migrantes don Locatelli è immediata e scontata. Il dialogo che si protrae spontaneamente per un’ora e mezza tocca argomenti di macro politica mondiale, situazione italiana circa le migrazioni, vita della chiesa, prospettive, riferimenti al Papa ed al suo insegnamento, al buon lavoro dei padri scalabriniani, alla vita pastorale e religiosa della chiesa locale e della collettività italiana.

Si ritorna in parrocchia per la celebrazione della santa messa delle ore 19.30. Sono presenti alcuni responsabili delle associazioni italiane e del consiglio pastorale della parrocchia. Il ricordo del martirio di san Giovanni battista ci accumuna nella preghiera per invocare l’amore di Dio su un mondo pacificato.
Ala termine dell’eucaristia ci rechiamo al salone Italia dove è previsto un incontro con la comunità. Una quarantina di persone comprese alcuni giovani che hanno partecipato alla Giornata mondiale della gioventù di Colonia sono presenti e rispondo con interventi al messaggio della chiesa italiana e della fondazione Migrantes che don locatelli pronuncia. Luigi Papais per conto dell’Ucemi propone una riflessione sull’opportunità di credere nelle associazioni e di percorrere cammini di interazione e sostegno per un’italianità che diventa valore aggiunto in una buona riuscita umana e cristiana.
L’incontro si svolge in diverse pause che si prendono durante una buona cena preparata dai volontari della parrocchia. Il clima è familiare, incoraggiante e proficuo. Alcune proposte per un futuro possibile commino di collaborazione vengono tracciate per un loro sviluppo auspicabile.Padre Giuseppe Tomasi prende alcune foto per l’ultimo articolo del quindicinale “Presenza” che ci consegna l’indomani fresco di stampa.