05 settembre 2006

San Cristobal ed il pueblito


La mattinata è destinata per una visita al monte san Cristobal che è il simbolo della città di Santiago del Cile.
Paolo Castellani insieme alla zia Maria, giunta da Prato per trascorrere alcuni giorni con il nipote, ci preleva alla parrocchia attorno alle ore 10.30. Il tempo è coperto, con leggera pioggia che di tanto in tanto si fa sentire. Notiamo alcuni edifici che parlano della presenza di diverse congregazioni religiose che continuano ad operare in Cile per la formazione e la carità: Salesiani, Rogazionisti, Verbo di Dio, Domenicani, Francescani, Gesuiti: Chiese, università, collegi sono gli edifici che si notano e significano il buon lavoro che ancora svolgono.
Passiamo davanti allo Stadio italiano, un grande appezzamento con strutture per le attività sportive e culturali in favore della comunità italiana. Le difficoltà in cui versa sembra favorire uno studio globale che possa dar la luce alla creazione di un centro italiano che sappia riunire i tre pilastri dell’identità italiana: la parrocchia, la scuola, le rappresentanze amministrative, istituzionali e economiche.
Diverse persone stanno lavorando a questo disegno che richiede non piccoli investimenti di risorse di ogni tipo. C’è da augurarsi che il progetto vada in porto e sarebbe un bene anche per la parrocchia italiana che si trova ormai decentrata rispetto alla comunità italiana che vive attorno allo stadio italiano.
La salita al san Cristobal è favorita da una funicolare, una funivia ed una strada carrabile. Molti preferiscono farla a piedi e non mancano le attrezzature per un tempo di footing e di respiro in questo polmone verde della città.
Saliamo in macchina per fermarci all’ultimo parcheggio e notiamo che sono in corso diversi lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Un buon impianto di piscine è chiuso per la stagione invernale ma si presenta interessante e, ci assicurano, che è frequentatissimo durante la stagione estiva. Anche un ristorante che chiamano “Enoteca” ha tutte le caratteristiche di essere meta di clienti anche per la sua magnifica posizione in un bellissimo insieme di palme tropicali che forniscono un’ombra fresca mentre si ammira la panoramica della selva cittadina composta da moderni grattacieli.
Gli ultimi 500 metri si percorrono sulle rampe che portano allo spiazzo antistante la gradinata ultima che precede il culmine. Stanno rifacendo l’anfiteatro composto da gradoni attrezzati e sul proscenio si sta lavorando per la costruzione di un altare, sede e ambone per le celebrazioni religiose. E’lo stesso episcopato della città che gestisce questo spazio legandolo in particolare alle attività per il settore giovanile.
Gli ultimo sforzi e siamo ai piedi della “Virgen immacolata”. Una immensa statua di 24 metri che poggia su un piedistallo di 8 metri e mezzo e fu fabbricata in Parigi nel 1904. Rappresenta l’immagine tradizionale della donna vestita di sole e descritta da Bernadette Soubirous alle apparizione di Lourdes con lo sguardo rivolto al cielo ed il sorriso rivolto in benedizione per la città.
Dall’alto si vede la città verso ovest ed in particolare il cimitero principale dove notiamo l’edificio di 7 piani costruito dalla fondazione italiana “Umanitaria” che costruì i loculi mortuari per assicurare degna sepoltura “all’italiana” ai propri associati, foto ricordo compresa.
Terminata la visita si scende per raggiungere la chiesa dei domenicani, posta alla periferia della città dove è organizzato un pueblito dell’artigianato locale, un vero e proprio villaggio dove è possibile acquistare i prodotti di ogni tipo lavorati da diverse realtà artistiche: si fanno gli acquisti per gli amici che ci aspettano in Italia.