05 settembre 2006

Incami ovvero attenzione integrata



Incami. E’ nata dal 1954 e si sviluppò nella misura delle soluzioni costruite per rispondere alle necessità. Dalle migrazioni interne all’arrivo delle persone straniere, tedesche, svizzere, palestinesi, italiane, dalle emigrazioni dei cileni che lasciarono il paese all’epoca della dittatura, alle nuove immigrazioni dei popoli vicini, Uruguay, Paruguay, Argentina. E’ l’istituzione che coordina a livello nazionale le iniziative della chiesa cattolica, ispira il lavoro del governo, organizza iniziative e uffici per una buona gestione dei flussi migratori. Organizza in toto la giornata nazionale delle migrazioni che si celebrerà il prossimo 3 settembre perché la prima domenica del mese di settembre è destinata per questa giornata di sensibilizzazione e raccolta fondi per questa attività. La quarta domenica di settembre prevede un tempo civico dove le organizzazioni dell’amministrazione pubblica si coinvolgono sulla stessa realtà. In questo quadro anche le facoltà cattoliche promuovono seminari di studio allargati alle diverse discipline.
Negli ultimi tempi ha preso piede il CIAMI (cientro integrado d’Attencion à los migrantes). Un centro iniziato da INCAMI a Santiago che contempla un lavoro completo di accoglienza ed accompagnamento degli immigrati che arrivano nel paese. Accompagnamento giuridico per verifica dei requisiti e espletamento delle pratiche previste, attenzione umana perché i diritti fondamentali della persona siano garantiti, spazio di mediazione dove si possono incontrare domande ed offerte per l’occupazione, il contratto di lavoro, l’alloggio, un primo intervento per assicurare vitto e alloggio nei primi giorni di arrivo e attivare le opportunità per portare a soluzione le attese di ogni persona coinvolta con questo fenomeno.
Questa organizzazione trova la piena fiducia del governo e delle istanze amministrative, fungono da veri e propri centri di impiego lavorativo e di impegno per una immigrazione regolamentata e attenta a tutti gli aspetti così da evitare sfruttamenti e clandestinità.
Incami svolge il servizio di formazione ai vari centri CIAMI che nelle diverse città sono gestite da diverse componenti: caritas, uffici per il lavoro, migrantes, tutte realtà facente capo alla struttura diocesana.Un convegno nazionale e diversi incontri regionali assicurano i monitoraggi necessari e la formazione adeguata agli operatori delle migrazioni.

San Cristobal ed il pueblito


La mattinata è destinata per una visita al monte san Cristobal che è il simbolo della città di Santiago del Cile.
Paolo Castellani insieme alla zia Maria, giunta da Prato per trascorrere alcuni giorni con il nipote, ci preleva alla parrocchia attorno alle ore 10.30. Il tempo è coperto, con leggera pioggia che di tanto in tanto si fa sentire. Notiamo alcuni edifici che parlano della presenza di diverse congregazioni religiose che continuano ad operare in Cile per la formazione e la carità: Salesiani, Rogazionisti, Verbo di Dio, Domenicani, Francescani, Gesuiti: Chiese, università, collegi sono gli edifici che si notano e significano il buon lavoro che ancora svolgono.
Passiamo davanti allo Stadio italiano, un grande appezzamento con strutture per le attività sportive e culturali in favore della comunità italiana. Le difficoltà in cui versa sembra favorire uno studio globale che possa dar la luce alla creazione di un centro italiano che sappia riunire i tre pilastri dell’identità italiana: la parrocchia, la scuola, le rappresentanze amministrative, istituzionali e economiche.
Diverse persone stanno lavorando a questo disegno che richiede non piccoli investimenti di risorse di ogni tipo. C’è da augurarsi che il progetto vada in porto e sarebbe un bene anche per la parrocchia italiana che si trova ormai decentrata rispetto alla comunità italiana che vive attorno allo stadio italiano.
La salita al san Cristobal è favorita da una funicolare, una funivia ed una strada carrabile. Molti preferiscono farla a piedi e non mancano le attrezzature per un tempo di footing e di respiro in questo polmone verde della città.
Saliamo in macchina per fermarci all’ultimo parcheggio e notiamo che sono in corso diversi lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Un buon impianto di piscine è chiuso per la stagione invernale ma si presenta interessante e, ci assicurano, che è frequentatissimo durante la stagione estiva. Anche un ristorante che chiamano “Enoteca” ha tutte le caratteristiche di essere meta di clienti anche per la sua magnifica posizione in un bellissimo insieme di palme tropicali che forniscono un’ombra fresca mentre si ammira la panoramica della selva cittadina composta da moderni grattacieli.
Gli ultimi 500 metri si percorrono sulle rampe che portano allo spiazzo antistante la gradinata ultima che precede il culmine. Stanno rifacendo l’anfiteatro composto da gradoni attrezzati e sul proscenio si sta lavorando per la costruzione di un altare, sede e ambone per le celebrazioni religiose. E’lo stesso episcopato della città che gestisce questo spazio legandolo in particolare alle attività per il settore giovanile.
Gli ultimo sforzi e siamo ai piedi della “Virgen immacolata”. Una immensa statua di 24 metri che poggia su un piedistallo di 8 metri e mezzo e fu fabbricata in Parigi nel 1904. Rappresenta l’immagine tradizionale della donna vestita di sole e descritta da Bernadette Soubirous alle apparizione di Lourdes con lo sguardo rivolto al cielo ed il sorriso rivolto in benedizione per la città.
Dall’alto si vede la città verso ovest ed in particolare il cimitero principale dove notiamo l’edificio di 7 piani costruito dalla fondazione italiana “Umanitaria” che costruì i loculi mortuari per assicurare degna sepoltura “all’italiana” ai propri associati, foto ricordo compresa.
Terminata la visita si scende per raggiungere la chiesa dei domenicani, posta alla periferia della città dove è organizzato un pueblito dell’artigianato locale, un vero e proprio villaggio dove è possibile acquistare i prodotti di ogni tipo lavorati da diverse realtà artistiche: si fanno gli acquisti per gli amici che ci aspettano in Italia.

Italiani del Cile un cammino molto buono

Il mattino si apre con una leggera nebbia sulla capitale. Si parte alle ore 10.00 utilizzando la metropolitana, confortevole e ben tenuta: sono tre linee che servono i sei milioni di abitanti di Santiago. La viabilità è scorrevole, l’arredo urbano buono e ben tenuto e la presenza discreta della polizia e dei carabinieri rassicurano.
Il primo appuntamento è la visita al vescovo ausiliare Mons. Riccardo Ezzati, salesiano ed italiano da Vicenza. Celebrerà ben presto al santuario del Monteberico i suoi 10 anni di episcopato. Si dialoga molto bene con lui sui temi delle migrazioni e sulla comunità italiana che vive in Cile. La sua attenzione pastorale ci parla della chiesa cattolica che vive in questa terra e rappresenta il 77 % della popolazione. Una religiosità popolare profondamente radicata che sostiene questo popolo laborioso. Non hanno molte vocazioni e la presenza di molti religiosi assicura formazione e servizio pastorale a tutti. Descrive la comunità italiana come ben inserita e protagonista della vita della città. Ottimi risultati imprenditoriali e professionali ci dicono di una collettività ben diversa da quelle incontrate in Argentina ed in altri paesi sud americani. La cordigliera fa di questo paese una realtà diversa tanto da essere un paese che presenta una qualità di vita molto più alta. La conferenza episcopale presenta ormai vescovi di altre nazionalità segno di una chiesa che si è aperta alla realtà composita del popolo cileno. Tedeschi, palestinesi, arabi, svizzeri, francesi, spagnoli, ex iugoslavi, italiani, unitamente agli ultimi arrivati che sono gli immigrati peruani e del Paraguay sono le componenti diverse arrivate in differenti epoche ed istallatesi in diverse zone del lunghissimo paese bagnato dall’oceano pacifico.
Si approfitta per visitare la città nei suoi punti nevralgici: la piazza Moneda ben famosa per gli avvenimenti degli anni ’70 che coinvolsero il presidente Allende ed il generale Pinochet. Quattro statue dei presidenti “padri” della patria sono posti ai quattro lati della spianata che antestà al palazzo del parlamento. Altre due statue di cardinali stanno davanti alla cattedrale: anche loro furono i fondatori della storia di questa nazione.
La cattedrale ampia e ben tenuta è frequentata da molte persone che sostano per pregare. La piazza è animata da persone, studenti e funzionari. Eleganti palazzi ottocenteschi si affacciano alla vita cittadina. Prendiamo un caffé ad un locale italiano dove non ci sta nessun tavolino per sedersi ma lo si gusta lungo un lungo e articolato banco di mescita dove ci si appoggia serviti da “abbondanti” cameriere.
Si ritorna alla parrocchia di Pompeia per il pranzo delle 13.30
Alle 16.00 si riparte per la visita all’ambasciata dove siamo ricevuti dal primo consigliere dott. Nicolò Fontana in rappresentanza dall’ambasciatore Paolo Casari che rientrerà dall’Italia lo stesso giorno della nostra partenza. Anche il Consolato è presente con il dott. Pasquale Centracco.
Ci si scambia informazione circa la visita che Migrantes sta completando a Santiago illustrando finalità, intenti e quanto conosciuto nelle altre tappe precedenti.
Una bella ambasciata dove l’accoglienza è raffinata e di grande cortesia. Inevitabilmente esce un quadro della comunità italiana positiva e arricchita da nomi, imprese, attività ed appuntamenti che illustrano una dinamicità positiva che gli italiani conducano in questa terra.
I sacrifici fatti da questa popolazione hanno reso possibili benessere e buone speranze di vita.
Salutiamo i rappresentanti dell’Ambasciata e ci avviamo all’incontro con il nunzio apostolico S.E. Mons. Aldo Cavalli. Da cinque anni è nunzio in Cile e ci riceve con grande affabilità. E’ nativo di Bergamo e la simpatia con il direttore Migrantes don Locatelli è immediata e scontata. Il dialogo che si protrae spontaneamente per un’ora e mezza tocca argomenti di macro politica mondiale, situazione italiana circa le migrazioni, vita della chiesa, prospettive, riferimenti al Papa ed al suo insegnamento, al buon lavoro dei padri scalabriniani, alla vita pastorale e religiosa della chiesa locale e della collettività italiana.

Si ritorna in parrocchia per la celebrazione della santa messa delle ore 19.30. Sono presenti alcuni responsabili delle associazioni italiane e del consiglio pastorale della parrocchia. Il ricordo del martirio di san Giovanni battista ci accumuna nella preghiera per invocare l’amore di Dio su un mondo pacificato.
Ala termine dell’eucaristia ci rechiamo al salone Italia dove è previsto un incontro con la comunità. Una quarantina di persone comprese alcuni giovani che hanno partecipato alla Giornata mondiale della gioventù di Colonia sono presenti e rispondo con interventi al messaggio della chiesa italiana e della fondazione Migrantes che don locatelli pronuncia. Luigi Papais per conto dell’Ucemi propone una riflessione sull’opportunità di credere nelle associazioni e di percorrere cammini di interazione e sostegno per un’italianità che diventa valore aggiunto in una buona riuscita umana e cristiana.
L’incontro si svolge in diverse pause che si prendono durante una buona cena preparata dai volontari della parrocchia. Il clima è familiare, incoraggiante e proficuo. Alcune proposte per un futuro possibile commino di collaborazione vengono tracciate per un loro sviluppo auspicabile.Padre Giuseppe Tomasi prende alcune foto per l’ultimo articolo del quindicinale “Presenza” che ci consegna l’indomani fresco di stampa.

Chile


Il tramonto limpido si riflette sulla cordigliera della Ande che riflettono il bianco della neve che la ricopre. Un bello spettacolo naturale che si può ammirare dall’oblò dell’aereo mentre trasvola il breve tratto di 35 minuti da Mendoza alla capitale del Cile.
Puntuali si arriva con l’aereo e ci aspettano padre Tomasi Peppe e Paolo Castellani membro del CGIE e grande collaboratore della Missione cattolica. Si fa il viaggio verso la città attraverso l’autostrada che passa sotto il fiume e arriva in Santiago. Una moderna città sovrastata e protetta dalla grande statua della vergine immacolata collocata alla sommità della collina san Cristobal a metri 823 dal livello del mare. Fu collocata nel 1904 nel cinquantesimo anniversario della dichiarazione del dogma dell’immacolata concezione. Illuminata a giorno veglia sul centro della città che si trova in Piazza Italia 288 metri più in basso.
Si arriva nella parrocchia di Pompeia costruita dal 1954 quando finalmente il vescovo di allora permise ai padri scalabriniani di prendere una parrocchia in centro della città. Per alcuni anni fu la Chiesa degli agostiniani nel centro città ad essere la sede del lavoro pastorale, poi si iniziò la costruzione della parrocchia di Pompei. Ci aspettano per cena il parroco p. Giulio Rubin, p. P. Rubin Giulio, parroco e responsabile della parrocchia personale per la comunità italiana, P. Tomasi Giuseppe, vicario, P. Chiarello Leonir, vicario e segretario dell’INCAMI che è l’istituzione nazionale che presiede la pastorale della mobilità umana. P. Leonir è in partenza per altri orizzonti e lo sostituisce presso la stessa istituzione da p. P. Munhak Algacir, vicario. Facciamo conoscenza anche di P. Bettin Isaldo, detto padre Betto responsabile della parrocchia personale per la comunità latinoamericana e direttore dell’ufficio diocesano per la mobilità umana e per i circensi e lunaparchisti. La comunità vede anche un fratello di 81 anni ricco di lucidità e saggezza: Fr. Fagher Eugenio. Anche Raul Ochoa.è un fratello scalabriniano che lavora nel CIAMI, centro intergrato ci accoglienza ai migranti.
Contemporaneamente sono presenti la mamma e la sorella di p. Leonir provenienti da Serafina Corréa, famosa città del Rio grande du sul in Brasile che mantiene significative testimonianze della grande collettività italiana.La cena preparata per i 13 commensali ha i sapori messicani ed è stata preparata con stile e attenzione agli ospiti.

FACIA

FACIA è la Federazione delle Associazioni cattoliche italiane in Argentina. E’ la federazione di 80 associazioni religiose che in Argentina continuano la loro vita associativa puntando soprattutto con la continuazione della loro tradizione di religiosità popolare. Da anni si ritrovano e percorrono sentieri per una collaborazione e per mantenere un’assistenza religiosa e spirituale che domandano ai missionari italiani.
Per molti anni p. Italo Serena ha svolto un ruolo di assistente spirituale che ora è continuato dal giovane religioso scalabriniano p. Fabrizio Pesce. Ogni domenica ci sono almeno tre richieste da parte delle associazioni perché si vada a celebrare la processione e la S. messa per l’associazione.
Esigenze pastorali che non sempre trovano risposta nel clero locale, portato più a dimenticare queste espressioni popolari, ma che, finora grazie a Dio, hanno trovato disponibilità nei padri scalabriniani ed in alcuni parroci italiani fidei donum che esercitano il loro ministero nelle comunità argentine.
L’associazione sta promuovendo da sempre e soprattutto negli ultimi anni, grazie al lavoro instancabile del suo Presidente il Rag. Emilio Condò che sta giungendo al termine del suo mandato, una valida proposta di formazione per i propri associati. Più di quaranta si sono dati appuntamenti nei locali della “Stella maris” per una giornata di studio sulle tematiche che la chiesa italiana sta approfondendo per il Convegno ecclesiale di Verona.
Proponiamo due interventi. Il primo sulla sorgente della fede cristiana ed il secondo sulle caratteristiche della testimonianza cristiana propria dei laici e poi dedicano l’intera giornata ad un lavoro di gruppo che approfondisce le testimonianza di Cristo risorto nell’ambito della fragilità umana e in quello della cittadinanza. C’è un buon gruppo di giovani che sa fare da collante e da motore trainante: Pablo Roncaglia, Rosa Ana e Teresa Pizzo, Natalia Profiti, Luis e Graciela Famà.
La voglia di rianimare le associazioni religiose italiane è forte e motivata e nessuno si nasconde che i segreti per ben riuscire sono la fedeltà e la formazione personale che poggia su contenuti solide e profondi della dottrina sociale della Chiesa.
I rapporti con l’Italia sono forti e, a volte, pieni di sogni, ma a riflessione condivisa ci si conferma che la battaglia per una vita buona e ben riuscita non si colloca al di fuori della terra argentina e della città di Buenos Aires.